“Un amico che ora ci guiderà dal Cielo”: ciao Nicolò
“Nicolò ha corso questi 16 anni assetato di vita, di novità, con desiderio sotteso di scoprire ogni cosa. Ora ai suoi occhi è tolto ogni velo perché contempla la risposta ad ogni suo desiderio”. Con queste parole il parroco di Rovereto (Novi) si è rivolto alla famiglia e alle moltissime persone presenti questa mattina alle esequie funebri del giovane Nicolò Petenatti, il 16 enne del luogo morto venerdì scorso all’ospedale Maggiore di Bologna, dove era stato trasportato in elisoccorso la sera prima dopo essere rimasto vittima di un tragico incidente mentre era in sella alla sua mountainbike.
Il funerale è stato celebrato nell’area verde dietro la chiesa parrocchiale, vista la moltitudine di persone che hanno voluto portare al giovane un ultimo saluto.
“Non ci sono parole umane che possano minimamente lenire il dolore a fronte di una circostanza così violenta, inaspettata, ingiusta, che lascia noi tutti senza parole – ha proseguito il parroco -. Alla domanda ‘perché?’ possiamo solo rispondere con il silenzio, con le lacrime, consapevoli però che la presenza di noi tutti oggi non è mossa dalla morte ma è segno della vita che c’è. E ora possiamo viverla aiutati da un amico in più che ci ha tracciato la strada. Siamo qui perché Nicolò ha ridestato in noi questa urgenza di vita senza fine”.
Commoventi le testimonianze di affetto e i ricordi che i parenti e gli amici, tutti con in mano un palloncino bianco, una rosa bianca e un girasole, hanno letto al termine della messa, come segno di vicinanza alla famiglia.
“Sorriso” la parola più ricorrente riferita a Nicolò: “Devi essere in un posto bellissimo ora, perché qui giù con tutti noi stavi così bene. Quanto ti piaceva parlare: con te non ci si annoiava mai. Avevi così tanta fame di vita. Ti chiediamo perdono per le brutture da cui non abbiamo potuto proteggerti, ma ora sappiamo che sei vita pura. Tu continua a sorriderci: noi porteremo avanti la tua meravigliosa testimonianza di vita”.
“Un amico gentile, sempre pronto ad aiutare gli altri, solare, affettuoso. Era il nostro sole, ma questo sole non si è spento, si è frammentato in tante piccole parti che vivranno sempre nei nostri ricordi per vivere insieme a noi”.
Una intera comunità che si è stretta alla mamma, a papà e al fratello Lorenzo: una famiglia che ha dimostrato come si può vivere con grande dignità un dolore devastante e che ha manifestato la propria generosità autorizzando la donazione degli organi di Nicolò.
m.s.c.