Luciano hai donato tutto te stesso
Ad un mese dalla morte il ricordo grato e commosso del missionario morto in Madagascar, ultimo fra gli ultimi che tanto amava
Domenica 25 luglio, alle 11.15, nell’aula liturgica della Madonna della Neve a Quartirolo, sarà celebrata la Santa Messa in suffragio di Luciano Lanzoni, ad un mese dalla sua morte in Madagascar. Per l’occasione Notizie pubblica i ricordi di tre donne, di età e di esperienze diverse, che lo hanno conosciuto.
Il ricordo di Suor M. Angela Bertelli
L’amicizia con Luciano inizia a Gargallo negli anni ’70. Lui poco più grande di me. Frequentiamo la parrocchia dove è parroco don Rino Crespi. Il sabato sera ci troviamo per leggere e meditare assieme il Vangelo della domenica con un gruppetto di amici coetanei, poi ci divertiamo assieme in parrocchia: bigliardo, pallavolo, cantiamo alla messa, prepariamo la sagra con momenti ricreativi, facciamo catechismo ai ragazzi più piccoli…
Il Vangelo ascoltato, silenziosamente ma efficacemente affonda le radici nel cuore e prepara al servizio. Un giorno Luciano ci rivela la sua intenzione di entrare tra i Servi della Chiesa a Reggio: siamo sorpresi, ma non più di tanto forse. La stoffa c’è già tutta! Di lì a poco parte per la formazione nell’istituto. Non pensa di diventare sacerdote: preferisce rimanere un semplice “fratello” tra fratelli, soprattutto i più bisognosi…
Luciano, in uno dei suoi ritorni a Gargallo, ci dice ridendoci su di gusto – che a San Domenico (prima sede dei Servi) si è alzato una mattina e gli sono spariti anche i vestiti che si era tolto la sera prima: scende per chiedere ai poveri stessi ospitati in casa di donargli qualcosa da mettersi su per non dover girare in mutande! Gode di essere stato spogliato come loro! Come Gesù! Glielo leggi nel sorriso bonario e luminoso del suo volto mentre racconta!… continua a leggere.
Il ricordo di Carmen Gasparini
In Madagascar hai fatto tanta strada anche se mi dicevi che ancora non avevi visto Fort Dauphin ed altri posti che ti proponevi di vedere in seguito perché di solito la tua strada era Manakara, Ambositra, Tanà e ritorno. Io che soffro di mal d’auto in tutta la mia vita non ho mai preso tante pastiglie di Xamamina come quando ero in Madagascar.
Ricordo una settimana di visite ai malati nella regione Amoron’i Mania, avevi una vecchia e scassata e tutti i giorni partivamo, ma non sapevamo come e quando saremmo tornati, tutti i fiumiciattoli erano una sosta perché il motore si scaldava e dovevamo aggiungere acqua al radiatore. Mi hai fatto mangiare negli Hotely dove giravano le galline; presso le suore dove, anche se avevo ancora fame, dovevo lasciare un po’ di cibo nel piatto per far capire che ciò che ci avevano servito era stato sufficiente.
Particolare è stata l’ultima tournèe dell’ottobre 2019, molto pesante per le ore che abbiamo dedicato alle visite dei malati e per gli spostamenti, tu stanchissimo non ce lo hai fatto pesare ed ogni giorno eri brillante e pronto a darti agli altri… continua a leggere.
Il ricordo di G.B.
Ho avuto la grande fortuna di vedere Luciano all’opera in Madagascar, una volta sola e per pochissimo tempo. Quello che ho visto, l’ho visto dalla prospettiva dell’ospite, che è certo parziale. Ma ricordo che, dopo i primi tre o quattro giorni dal mio arrivo, avevo la percezione di essere lì da settimane, tanti e talmente intensi erano stati gli incontri, le visite e gli appassionati racconti di Luciano durante le lunghe ore in macchina.
Dovevano essere le sue vacanze estive, ma comunque era sempre in movimento, mai fermo, mai tranquillo. Sempre acceso, soprattutto quando si trattava di chi era nel bisogno. C’era continuamente qualcuno che aveva nel cuore e per il quale doveva mettersi in opera. C’era posto per tutti, nella sua giornata, lunga, che non finiva mai. Di ogni villaggio, di ogni persona che incontravamo sapeva dirci il nome e raccontarci la storia… continua a leggere.