Eremo Bismantova e Centro Laudato Si’ a Castelnovo Monti
Il 2 luglio l'inaugurazione con il vescovo Camisasca. La donazione del complesso da parte della Diocesi di Reggio Emilia e dell'Unità Pastorale Bismantova al Parco nazionale Appennino Tosco-Emiliano con l'impegno di realizzare un centro per la custodia del Creato
La Pietra di Bismantova e il suo Eremo rinascono dopo un importante progetto di restauro e recupero, finanziato dalla Regione Emilia-Romagna con quasi 500mila euro attraverso il Programma di sviluppo rurale, per accogliere in sicurezza fedeli e turisti, ma anche studiosi e sportivi.
I lavori, per oltre 600mila euro complessivi, hanno interessato l’ex monastero ai piedi della Pietra e sono stati eseguiti in tre anni. Il tutto grazie alla donazione del complesso da parte della Diocesi di Reggio Emilia e della Unità Pastorale Bismantova (Parrocchia di Ginepreto), al Parco nazionale Appennino Tosco-Emiliano con l’impegno di realizzare un centro dedicato alla custodia del Creato.
Un’operazione che, oltre alle risorse della Regione, ha potuto contare su fondi del Gal Antico Frignano Appennino Reggiano (100mila euro) oltre che del Comune di Castelnovo ne’ Monti e del Parco nazionale stesso.
Nei nuovi spazi restaurati con i più elevati standard di bioedilizia trovano spazio un museo ispirato ai temi della custodia del creato, sviluppata all’interno dell’enciclica Laudato Si’ di Papa Francesco, e alla geologia, oltre a una biblioteca dove consultare tutte le pubblicazioni su Bismantova, una mediateca e un centro polivalente per attività culturali e per i visitatori.
L’Eremo benedettino e il nuovo Centro Laudato Si’ sono stati inaugurati il 2 luglio da monsignor Massimo Camisasca, vescovo di Reggio Emilia, e dal presidente della Regione, Stefano Bonaccini, alla presenza, tra gli altri, del prefetto di Reggio Emilia, Jolanda Rolli, del sindaco di Castelnovo ne’ Monti, Enrico Bini, del presidente del Parco nazionale Appennino Tosco-Emiliano, Fausto Giovanelli, e dell’architetto progettista e curatrice dei lavori di restauro, Maria Cristina Costa.
Il nuovo Eremo
L’intervento di recupero ha riguardato una superficie di circa mille metri quadri, tra interni ed esterni. È stato realizzato interamente con materiali bioecologici, recupero delle acque meteoriche, eliminando le barriere architettoniche e con criteri di protezione e tutela dell’avifauna (utilizzo di manti di copertura in coppi, eliminazione delle reti di testata dei tetti ventilati, ecc).
L’accesso principale, nel seminterrato, funge da luogo di accoglienza per turisti e visitatori e garantisce il collegamento con le sale espositive, mentre al piano terra, con accesso autonomo, si trova il Santuario. Al primo piano, collegato con un ascensore in cristallo per permettere la vista della parete della Pietra a est del Monastero, si trovano, davanti agli spazi museali, la biblioteca, l’archivio e la zona bacheche, oltre ad ampi spazi per la sosta, lo studio e la contemplazione della natura circostante. Infine, al secondo piano sono raggruppati gli uffici di servizio della Protezione civile, del Centro regionale delle guide alpine, del Cai, dei Carabinieri forestali e delle associazioni G&T e Legambiente.
Le attività relative al museo, alla biblioteca, al centro polivalente e al centro visita del Parco nazionale e accoglienza saranno coordinate e gestite dal Parco nazionale dell’Appennino tosco- emiliano anche utilizzando volontari di associazioni locali come il Club alpino italiano, il Soccorso alpino Emilia-Romagna, l’Associazione geologia e turismo.