Patrimonio di grande valore per conoscere la Storia
Donate alla Fondazione Fossoli le 170 lettere che il medico Bruno De Benedetti ha scritto alla moglie Armanda a Genova durante gli otto mesi in cui è stato internato al Campo di Fossoli
“Riceviamo un patrimonio materiale e immateriale dal valore inestimabile che giustifica il senso della nostra Fondazione: conservare e trasmettere memoria”. Così il presidente della Fondazione Fossoli Pierluigi Castagnetti ha commentato la donazione, da parte degli eredi, del carteggio del medico Bruno De Benedetti alla moglie Armanda.
Patrimonio di 170 lettere
Si tratta di 170 lettere che il pediatra italiano di origini ebraiche ha scritto alla moglie Armanda a Genova durante gli otto mesi in cui è stato al Campo, prima di essere deportato in un lager del Reich, dove ha trovato la morte. Un carteggio di grande importanza che la famiglia ha deciso di donare alla Fondazione Fossoli: la consegna ufficiale è avvenuta questa mattina alla Baracca recuperata dell’ex Campo, alla presenza di Pierluigi Castagnetti, presidente della Fondazione Fossoli, della direttrice Marzia Luppi, del sindaco Alberto Bellelli e dell’avvocato Filippo Biolè, nipote di Bruno De Benedetti. Un materiale dal valore storico inestimabile, che sarà custodito dalla Fondazione, digitalizzato, analizzato e messo a disposizione degli studiosi di tutto il mondo.
Conoscenza della vita al Campo
“Grazie a questo carteggio – ha proseguito Castagnetti – ci è possibile conoscere ulteriormente la vita del Campo. Ad esempio, proprio grazie alle lettere siamo venuti a conoscenza dell’esistenza, entro il Campo, di un presidio sanitario gestito da lui stesso e da altri medici, che effettuavano al giorno circa 500 visite. Informazioni molto preziose, anche in merito a quello che era lo stato d’animo di coloro che vi erano internati, e che vivevano con il terrore e l’incertezza della loro sorte”.
Riconoscenza alla famiglia
“A Lucia Amelotti – ha commentato Marzia Luppi – e a tutti i familiari Tomellini-Fassio, in particolare alla cognata Marzia che ha permesso di fare il collegamento con le lettere va tutta la riconoscenza della Fondazione Fossoli per questo affidamento che ci onora per la fiducia e il riconoscimento che ci viene accordato. E vorrei ricordare anche la preziosa azione del nipote Filippo Biolè, che si è dedicato con grande sensibilità alla ricerca della vicenda familiare riportando alla luce il carteggio. Abbiamo ritirato direttamente da Lucia le lettere martedì 15 giugno; è stato un incontro molto coinvolgente, e in quella occasione Lucia, assieme al marito, ha ribadito il desiderio di affidare a un ente con funzione pubblica, come è la Fondazione, quel carteggio che ricopre per lei e i familiari una dimensione emotiva e affettiva, ma che ha al contempo una forte valenza collettiva”.
“Un gesto che dimostra grande senso di generosità e responsabilità, mettendo a disposizione quelle carte alle indagini degli studiosi, dei ricercatori, dei giovani, che attraverso le espressioni scritte dei sentimenti, delle paure e speranze di Bruno De Benedetti potranno conoscere più a fondo le vicende, anche soggettive, della pagina più terribile della storia del Novecento. Questo significa fornire loro nuova vita, valorizzarle come meritano, votarle a un compito alto e importante. Dal valore affettivo della famiglia a quello sociale e storico della comunità: un atto nobile, che la Fondazione si impegna a rispettare e tutelare”.
I sentimenti e le paure
“Tramite questo carteggio ho conosciuto mio zio per la prima volta e sono riuscito a dargli una voce – ha spiegato Biolé –. Il valore di queste lettere è la capacità di creare empatia con il lettore: emerge la sua voglia di vivere, il suo amore per la moglie Armanda, il desiderio di avere dei figli, ma anche la quotidianità al Campo di Fossoli, le sue emozioni da internato, la paura durante la prigionia e perfino qualche barlume di speranza”.
“Salviamo una storia per salvare la Storia – ha concluso il sindaco -. Siamo sempre meno custodi e sempre più creatori di strade”.
“Salva una storia”
In occasione della consegna è stata lanciata “Salva una storia”, una campagna di raccolta di testimonianze diverse, attivata in concomitanza con l’apertura dei cantieri di restauro conservativo e di riqualificazione del Campo di Fossoli.