Lions Mirandola, incontro con l’economista Vitale sul tempo di pandemia
Il Club, presieduto da Antonella Cavicchi, ha incontrato in modalità online il professore, già docente all’Università di Pavia e alla Bocconi e noto in campo nazionale e internazionale. Con un ricordo particolare per il dottor Mario Veronesi
Antonella Cavicchi e Marco Vitale
Il Lions Club Mirandola ha avuto l’onore di ospitare pochi giorni fa, seppure a distanza, l’economista Marco Vitale, già professore all’università di Pavia e alla Bocconi e molto noto in campo nazionale e internazionale per i numerosi incarichi svolti presso enti pubblici e privati nel corso di una lunga carriera.
Per la presidente Antonella Cavicchi è non è stato facile riuscire a condensare in poche parole il curriculum di Vitale. Il suo forte legame con Mirandola dura dagli anni ‘60 in forza della fruttuosa collaborazione col dottor Mario Veronesi, di cui il professore è stato amico – come ricordato anche dalla figlia Francesca Veronesi intervenuta per la Fondazione Biomedicale Maverx, intitolata al padre, a chiusura dell’incontro – e consigliere economico privilegiato nei passaggi cruciali della sua straordinaria avventura imprenditoriale. Vitale considera Mario Veronesi il miglior imprenditore in assoluto fra quelli con cui ha lavorato.
La lectio magistralis è stata ascoltata con attenzione da una vasta platea comprendente parecchi soci Lions, Officer Lions Distrettuali e invitati, tra cui rappresentanti del Comune – la vicesindaco Letizia Budri – e di Confindustria – la dottoressa Giuliana Gavioli -, istituzioni che hanno sostenuto l’iniziativa col loro patrocinio.
L’argomento trattato dal professor Vitale è stato: “Il cigno nero è arrivato per davvero, ma c’è anche del buono nella sua bisaccia”. Il cigno nero si riferisce alla pandemia, con cui ci siamo scoperti molto più fragili di quanto credessimo.
Come insegna, però, un profondo pensiero di Albert Einstein, anche le crisi possono avere un valore positivo per stimolarci a correggere antichi errori e cogliere nuove opportunità. Infatti, la pandemia ha radicalmente mutato il panorama politico internazionale. In Europa, una nuova solidarietà ha fatto nascere, per la prima volta nella storia della UE, un grande piano comune di rilancio, che fornirà consistenti aiuti ai paesi membri, a patto che essi sappiano rilanciarsi con opportune riforme. Il nostro Paese in questo è avvantaggiato, perché ha un’industria manifatturiera di grande capacità e produttività, che, nel periodo di lockdown totale, ha lavorato strenuamente per tenere testa alla crisi. Tuttavia, l’Italia è pur sempre un “sorvegliato speciale” a causa del suo elevatissimo debito pubblico, per cui dovrà utilizzare bene i fondi europei.
E infine dovremo saper sfruttare la tregua offerta dal Covid per alzare la qualità della politica, facendo sì che tutti, uomini e donne, si impegnino non per invocare nuovi privilegi, ma per donare la propria intelligenza e capacità di fare al fine del bene comune. Questa ricostruzione morale e politica è prioritaria, mentre il governo sarà concentrato soprattutto sulla ricostruzione economica.
I.P.