“Fabio ha vissuto non per se stesso e ci lascia doni di eternità”
Si è svolto stamattina in Cattedrale il rito funebre del poliziotto 45enne Fabio Terzilli, morto in un incidente stradale
“La presenza di moltissime persone oggi, per dare l’ultimo saluto a Fabio, e le manifestazioni di affetto, vicinanza e riconoscenza che in questi giorni sono state espresse alla sua famiglia, testimoniano che Fabio non ha vissuto per se stesso ma la sua vita è stata donata in adempimento del suo dovere e per realizzare quegli ideali capaci di resistere al logorio della fatica quotidiana”.
Don Massimo Dotti, parroco della Cattedrale, ha rivolto queste parole stamattina in Duomo durante il rito funebre di Fabio Terzilli, il poliziotto di 45 anni morto lo scorso 22 maggio a causa di un terribile incidente stradale. Il rito è stato concelebrato da don Luca Baraldi e don Gabriele Semprebon, cappellano provinciale della Polizia di Stato.
“Questo vivere non per se stessi – ha proseguito don Massimo nella sua omelia – ci fa intuire qualcosa di eterno che Fabio ha saputo seminare attraverso la rete di relazioni che lo hanno visto sempre generosamente impegnato”.
“Sono tante le domande che rimbombano nel nostro cuore in questi giorni: perché? Per quale motivo una vita si è spezzata così all’improvviso? Quanto bene ha fatto Fabio e quanto ancora avrebbe potuto continuare a farne. Possiamo però anche chiederci un’altra cosa: quanto di quello che lui ha seminato vita ha un valore di eternità, che va oltre ogni esistenza terrena”.
“In questi giorni abbiamo potuto constatare quello che lui ha saputo seminare, in un intreccio virtuoso di relazioni autentiche, non solo negli affetti ma anche sul luogo di lavoro, e che resteranno una preziosa risorsa per tutti coloro che sentiranno la sua mancanza”.
Presenti al rito funebre anche il questore Maurizio Agricola, la dirigente del commissariato di Pubblica Sicurezza Paola Convertino, il sindaco Alberto Bellelli, i colleghi della Polizia di Stato, tutti i rappresentati delle forze dell’ordine, Carabinieri, Guardia di Finanza, Polizia locale. Vigili del Fuoco.
La bandiera tricolore e il suo berretto, posati sulla bara, sono stati poi consegnati alla moglie Barbara e ai figli Giulia e Matteo, che li hanno tenuti tra le mani come il più prezioso dei doni: quell’ideale di giustizia a servizio dello Stato, quel vivere “per gli altri”, che hanno sempre animato il marito e padre, orgoglioso di indossare ogni giorno la sua divisa.
All’uscita di chiesa, l’elicottero della Polizia di Stato, sorvolava il cielo di Carpi.