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Giornata del Sollievo: Paolo Vacondio, dirigente della rete locale delle Cure palliative della provincia spiega l’importanza dell’approccio
di Maria Silvia Cabri
Dott. Paolo Vacondio
Curare per guarire è spesso possibile, prendersi cura per il sollievo è sempre possibile”. Questo lo slogan scelto per la XX Giornata nazionale del Sollievo che si celebra domenica 30 maggio. La Giornata, istituita nel 2001 con direttiva del presidente del Consiglio dei ministri, è finalizzata a “promuovere e testimoniare, attraverso idonea informazione e tramite iniziative di sensibilizzazione e solidarietà, la cultura del sollievo dalla sofferenza fisica e morale in favore di tutti coloro che stanno ultimando il loro percorso vitale, non potendo giovarsi di cure destinate alla guarigione”.
Nel corso degli anni, considerando i bisogni concreti delle persone malate e sofferenti, il significato della Giornata è andato ampliandosi, abbracciando tutte le condizioni di malattia ed esistenziali che comportano sofferenza, pur mantenendo un posto di rilievo la fase terminale della vita. Ad intervenire sul punto è il dottor Paolo Vacondio, dirigente e responsabile della rete locale delle Cure palliative (RLCP) della provincia di Modena.
Un diritto dei malati
Una premessa è necessaria: parlare, e scrivere, di cure palliative non è semplice. Perché occorre fare una scelta a livello di comunicazione: edulcorare la questione o essere diretti. Il dottor Vacondio ha scelto di optare per la seconda opzione. La parola palliativo deriva dal latino pallium che significa mantello, protezione. Per questo, in base alla legge 38/2010, per cure palliative si intende l’insieme degli interventi terapeutici, diagnostici e assistenziali, rivolti sia alla persona malata sia al suo nucleo familiare, finalizzati alla cura attiva e totale dei pazienti la cui malattia di base, caratterizzata da un’inarrestabile evoluzione e da una prognosi infausta, non risponde più a trattamenti specifici.
“Le cure palliative – interviene il dottor Vacondio – sono quell’insieme di cure, non solo ma anche, farmacologiche, volte a migliorare il più possibile la qualità della vita sia del malato in fase terminale che della sua famiglia”… continua a leggere.