Il dono e i doni dello Spirito
Per vivere bene, l’uomo ha bisogno di luce per vedere e comprendere il mondo in cui si trova e individuare i sentieri che deve percorrere. Inoltre ha bisogno di sicurezze per essere sostenuto nei momenti bui e superare le paure che lo potrebbero far retrocedere. A questo scopo è dotato di intelligenza, sempre alla ricerca di verità, che spinge la forza interiore della volontà a decidere e a decidersi per ciò che è il suo bene. Tuttavia, la lunga storia in cui l’umanità è rimasta avvolta nelle tenebre di un peccato che impedisce di scorgere il vero orizzonte dell’esistenza, rende difficile il vero orientamento. In questa condizione, il Figlio di Dio si è fatto nostro fratello, vera Parola di Dio fatta carne, per illuminarci (è la luce del Natale). E dopo essersi addossato il fardello delle nostre colpe, vincendo la morte con la sua resurrezione (dandoci le certezze della Pasqua), ci ha inviato il Dono del suo Spirito, perché fosse la nostra forza.
In riferimento alla festa di Pentecoste, vorrei riportare alla nostra memoria alcuni concetti molto tradizionali e che nel passato il catechismo ci faceva studiare e imparare a memoria. Ispirandosi a un testo di Isaia (11,2), la Chiesa parla di sette doni dello Spirito. In realtà, il dono è uno solo, ed è lo Spirito santo stesso. Però, possiamo parlare di sette doni, perché la molteplicità della presenza e dell’azione di Dio nelle sue creature (e nell’uomo in particolare) si manifesta negli effetti che produce. Ora, l’azione dello Spirito santo in noi si manifesta nella forza che imprime alla nostra intelligenza e alla nostra volontà nel compiere il bene che professiamo con la nostra fede.
Più forza alle virtù
Possiamo osservare che l’uomo, nel suo agire, si serve della sua intelligenza e della volontà, dispone delle cose che sono al suo servizio, conta con le persone che collaborano con lui e si fonda su una fiducia che gli proviene da un essere o da una forza superiore rispetto ai limiti che gli sono propri. Nell’esercizio del suo agire, poi, acquisisce virtù che ne aumentano la capacità: la prudenza orienta l’intelligenza nella scelta dei mezzi atti al fine; la fortezza sostiene la volontà nel superamento degli ostacoli; la temperanza modera nell’uso delle cose; la giustiziainsegna a rapportarsi con i propri simili.
Sono le virtù cardinali. Virtù naturali. I doni dello Spirito santo sono un rafforzamento di queste virtù umane. La sapienza, l’intelletto e il consiglio elevano l’intelligenza permettendo all’uomo nel suo agire una prudenza che lo tiene sempre orientato al suo fine ultimo; il dono della fortezza non permette alla sua volontà di cedere di fronte alle diffi coltà che lo potrebbero allontanare dal suo fine; il dono della scienza gli permette di conoscere il vero valore delle cose e di vivere la temperanza; il dono della pietà lo rende capace di amare i fratelli in tutte le circostanze al di là della pura giustizia; e il dono del timore di Dio gli permette una fiducia incrollabile in ogni circostanza.
Così è possibile la vita buona del Vangelo
In virtù di questi doni, l’uomo può vivere pienamente la sua realtà di figlio di Dio. Il tempo che ci è dato, nel lungo cammino dell’esistenza terrena, è un dono ulteriore che ci permette di comprendere il valore e far fruttare tutti i doni dello Spirito. Infatti, la nostra vita cristiana è resa visibile dai frutti di una vita secondo lo Spirito, di cui ci parla san Paolo (Gal.5,22). L’amore è il primo frutto dello Spirito santo, ed è anche il nome che più si addice alla terza persona divina. Dall’amore deriva come riflesso necessario: la gioia, riflesso dell’amore nel rapporto con se stesso; la pace, riflesso dell’amore nel rapporto con gli atri; la pazienza, riflesso dell’amore nel rapporto con le circostanze. L’amore, poi, nel rapporto con il prossimo si traduce necessariamente in:
– benevolenza, verso chi ci vuole male,
– bontà, verso chi ha bisogno,
– fedeltà, verso chi è ingrato,
– mitezza, verso chi è violento.
L’amore, in fine, produce il frutto che rende più facile la vita, ossia il dominio di sé. Possiamo concludere dicendo che lo Spirito santo rende possibile in noi la vita buona del Vangelo. E’ bene ricordare tutti questi concetti: comprenderne bene il significato, memorizzarli e farli oggetto di preghiera.
Consiglio la lettura di: Anna Maria Canopi, Nel fuoco e nello Spirito, Edizioni san Lorenzo, Reggio Emilia, 2013.