Adulti cercati… non sempre trovati
Lizzola: grazie ai figli che fanno dei padri e delle madri uomini e donne migliori perché sentono il dono della consegna ricevuta. Non lasciare le cose ma i sogni degli inizi
di Luigi Lamma
L’incontro con Ivo Lizzola, proposto lo scorso 7 maggio, all’inizio delle celebrazioni del centenario della nascita di don Nino Levratti, è stato ricco di sane provocazioni sui compiti educativi che attendono genitori ed educatori in questa delicata fase di pandemia e ancor più ciò che ci attende nel dopo che verrà. Le parole del docente bergamasco hanno raggiunto anche un altro obiettivo, non forzato ma coerente con il suo pensiero: aiutare a riscoprire il sogno degli inizi presente in ogni storia significativa, coerente con la promessa iniziale, come può essere stato quello di don Nino e della sua paternità spirituale.
Padri cercati
Si comincia allora dai “padri cercati” ovvero dalla consapevolezza che soprattutto in questi tempi connotati da limitazioni, sofferenze e lutti gli adolescenti e i giovani non smettono di cercare gli adulti e li hanno visti preoccupatissimi, hanno rivelato le loro fragilità. “L’attesa di paternità – ha sottolineato Lizzola – molto più diffusa di quello che pensiamo. A volte non si regge questa attesa perché pesa. Negli ultimi decenni forse lo sguardo dei figli è stato frainteso si è pensato che fosse una richiesta di messa in sicurezza. Non era così. La pedagogia ci insegna che accompagnare da fragili e da vulnerabili senza nascondersi è l’unico modo possibile per gli adolescenti per maturare la scoperta del rapporto con il limite, il rapporto con la mortalità, con la unicità della propria vita che si definisce nel rapporto con il ‘lasciare’. Come fanno i padri? Mostrando di stare in piedi da fragili, da persone segnate, come questa pandemia ci ha insegnato”… continua a leggere.