Una missione a partire dal piccolo e dai piccoli
La Messa Crismale in Cattedrale presieduta dal vescovo Castellucci con tutti i sacerdoti: “seminare gioia, passione, entusiasmo”.
Ieri sera, 17 maggio, in Cattedrale a Carpi il vescovo Erio Castellucci ha presieduto la Messa Crismale. Nel saluto introduttivo del vicario generale monsignor Gildo Manicardi il ringraziamento e “l’augurio più caro per il tuo complesso ministero episcopale. Nel tuo motto prelatizio hai scelto le parole impegnative “collaboratori della vostra gioia”. Ci pare che questa tua speranza si stia attuando; chiediamo perciò al Signore di essere capaci di viverla tutti, proprio tutti, insieme con te, per una Chiesa in uscita verso i bisogni, sterminati ma spesso segreti, dell’uomo e delle donne di oggi”.
Sono stati ricordati i sacerdoti che celebrano particolari anniversari di ordinazione: fra Giuseppe Azzoni, 25 anni di sacerdozio il 25 maggio p.v.; Padre Hippolyte Tshibuabua Kabiena Kukuila, 25 anni il 30 giugno; il concordiese don Antonio Spinardi, 50 anni di sacerdozio il 6 giugno prossimo. “C’è di che ringraziare il Signore per la sua generosità e per la fedeltà vissuta da questi nostri presbiteri, che – insieme – hanno ormai offerto un secolo intero di servizio sacerdotale”, ha affermato monsignor Manicardi.
Nell’omelia il vescovo Erio ha sviluppato la sua riflessione sul tema del “sogno”, qual è il sogno di Dio, quale è stato il sogno di Gesù e quale deve essere il sogno del cristiano. “Gesù non riesce a parlare di sé senza parlare dei fratelli più piccoli. Lui non coltiva dei sogni di grandezza, come qualche volta capita a noi, ma semmai dei sogni di piccolezza. In un certo senso forza la grammatica: ogni volta che dice “io”, comprende il “noi”, il “voi” e il “loro”. È impossibile separare in lui la vita dalla missione”.
“Non c’è bisogno, lo sappiamo bene, di fare grandi cose: il “regno di Dio” ci domanda solo di farci lievito e senapa, di accostare le persone ferite e vulnerabili – moltiplicatesi in questo anno e mezzo di pandemia – e di vivere tra di noi la gioia di essere fratelli. Un’associazione, una parrocchia o una diocesi, anche bene organizzate, desterebbero poco interesse se fossero litigiose, tristi, brontolone. Gesù ha realizzato il suo programma evitando il lamento continuo, e anzi seminando gioia, passione, entusiasmo. A partire dal piccolo e dai piccoli. È bello aderire a questo programma, ha concluso il vescovo Erio, al quale stiamo donando la nostra esistenza, perché ci esime dal conteggio dei risultati e ci chiede solamente di essere fedeli “nel poco”, di abbandonare i calcoli strategici complicati e di vivere nella semplicità della fede i giorni che il Signore ci sta regalando”.
Al termine della celebrazione il ringraziamento del Vescovo ai sacerdoti e ai diaconi per la presenza e per il bene che seminano nelle rispettive comunità: “lo vedo quando visito le parrocchie quanto vi prodigate nel vostro servizio e quanto le persone vi stimano e vi vogliono bene”.
Il testo integrale dell’omelia sul sito diocesicarpi.it