Ddl Zan: opposizione al femminile
I nodi critici della proposta di legge sull’omotransfobia che necessitano di una revisione. La scuola non può essere usata in modo strumentale per alimentare la propaganda LGBT.
di Gabriella Contini, presidente Centro Italiano Femminile di Carpi
Il quotidiano Avvenire, già da diverse settimane, ha promosso un ampio dibattito sul disegno di legge Zan sull’omotransfobia, aperto a contributi di vario orientamento e particolarmente attento al pensiero elaborato dalle donne sullo stesso ddl. Sono state le stesse donne a rivolgersi al giornale che ha così diffuso riflessioni articolate e meditate, al di là dei pregiudizi ideologici, poiché in questo ddl la questione centrale è quella antropologica.
Sono tutte donne impegnate, che meritano di essere ascoltate per il loro vissuto e per i messaggi che hanno sempre trasmesso, come Cristina Comencini, nota regista, Silvia Costa, la storica Emma Fattorini, l’on. Paola Concia che, insieme ad altre donne e uomini, hanno aperto una discussione su una legge che ha alcuni aspetti controversi. Tra questi emerge il disaccordo nell’accostare la tutela delle donne a quella degli omosessuali e transessuali, così come previsto nel ddl Zan, poichè la misoginia appartiene ad altri schemi culturali; inoltre le donne non sono una minoranza, bensì la metà della popolazione… continua a leggere.