Azione Cattolica: promuovere ciò che unisce
A servizio di tutti, “qui e ora”.
di Lucia Truzzi
“La profezia di cui sembra avere più bisogno il nostro tempo, la cultura in cui siamo immersi e la politica che ne è espressione, perfino la Chiesa in cui camminiamo, è la profezia della mitezza, che è forza tenace e coraggiosa di cambiamento, non arrendevolezza, non assuefazione allo ‘spirito del tempo’ e del politicamente corretto. Mitezza come rifiuto di ogni forma di arroganza, di prevaricazione, di enfatizzazione delle divisioni. Come unico modo adeguato di vivere la fraternità. Come rigore e chiarezza di linguaggio, non come rinuncia a parlare”. È questo uno degli innumerevoli spunti di riflessione che Matteo Truffelli, presidente uscente dell’Azione Cattolica Italiana, ha inserito nella sua relazione del 1° maggio, in una delle giornate più dense della XVII Assemblea nazionale, svoltasi dal 25 aprile al 2 maggio 2021, che ha aperto i momenti di dibattito libero, della votazione del nuovo Consiglio nazionale e degli emendamenti al documento assembleare.
Un’Azione Cattolica in ascolto della realtà e della vita delle persone per farsi prossima a tutti è lo stile che ha caratterizzato questa XVII Assemblea nazionale, posticipata di un anno a causa dell’emergenza sanitaria, a cui ha partecipato anche la nostra associazione della diocesi di Carpi con una piccola delegazione e che ha visto un’ampia partecipazione (circa 800 delegati da tutta Italia) in un clima caloroso, seppur nella modalità online sul portale dedicato, dove si possono trovare ancora oggi tutti gli interventi e i documenti. “Una vera e propria boccata d’ossigeno in questo momento così faticoso per tutti” hanno testimoniato i nostri delegati all’assemblea.
Un’associazione che papa Francesco sostiene ringrazia a nome della Chiesa per il suo servizio gratuito, umile, mite e per la sua presenza fedele, generosa e responsabile e che, nel discorso al Consiglio nazionale del 30 aprile, descrive nelle sue caratteristiche identitarie che non devono mai venire meno: AZIONE, intesa come l’agire che appartiene al Signore; CATTOLICA, una parola che caratterizza una missione ecclesiale senza confini; ITALIANA, cioè inserita nella storia italiana e che aiuta la Chiesa in Italia come generatrice di speranza.
Il presidente uscente Truffelli rilancia questa identità associativa inserendola nel “qui e ora” che stiamo vivendo: «Tocca a noi chiederci come aiutare la pastorale ad adeguarsi alla vita frenetica e frammentata delle nostre città e, al contempo, domandarci come contribuire a rendere le nostre città più fraterne e meno alienanti, più accoglienti e meno indifferenti. A noi spetta farci trovare lì dove le persone vivono, per sperimentare insieme, con tutti e per tutti, la forza umanizzante del Vangelo. Adesso ci dobbiamo impegnare per passare dalla costruzione di singole alleanze alla promozione di una “cultura delle alleanze”. Perché siamo convinti che in questo tempo in cui sembra prevalere uno spirito di frantumazione, l’unico modo per abitare in maniera responsabile il nostro tempo sia quello di farci promotori di ciò che unisce. Perché è questa la nostra natura, la nostra forza, direi quasi il nostro talento.
Vale la pena ribadirlo: lavorare insieme agli altri, fare dell’AC un elemento di amalgama e non di divisione, di cooperazione e non di concorrenza, nella comunità ecclesiale e tra le pieghe della società, non è qualcosa che rischia di indebolire la nostra identità e la nostra missione: è qualcosa che ce la ridona. In fondo, come disse Vittorio Bachelet il giorno della sua nomina a presidente generale, la ragione per cui esiste l’Azione Cattolica è, molto semplicemente, quella di “aiutare gli italiani ad amare Dio e ad amare gli uomini”. È su questo che dobbiamo lavorare».