Festa di San Giuseppe lavoratore. Aprire la strada alle generazioni future
Celebrata la festa di San Giuseppe lavoratore a conclusione della grande preghiera per la cessazione della pandemia. L’omelia di mons. Manicardi
Un appello a non sprecare la crisi causata dalla pandemia e a ripartire con un nuovo “vaccino sociale” fondato su legami di solidarietà e dalla forza delle iniziative della società civile. E’quello lanciato nel corso della celebrazione del 1° maggio 2021, festa di San Giuseppe Lavoratore, dalla chiesa di Carpi, riunita nel santuario dedicato al Santo per la celebrazione eucaristica promossa dalla Commissione per la pastorale sociale e del lavoro e dalle Acli, presieduta dal vicario generale della diocesi di Carpi, monsignor Gildo Manicardi. All’inizio della celebrazione il presidente delle Acli di Carpi, Guido Capiluppi, ha spiegato l’importanza di mantenere costante l’impegno “politico” sui temi del lavoro ma anche il valore della preghiera che come credenti ci sostiene e alimenta la forza di compiere scelte coraggiose e creative.
Di seguito una sintesi dell’omelia di mons. Manicardi nella quale attualizza la festa di San Giuseppe Lavoratore e indica il percorso diocesano verso la Settimana sociale dei cattolici a Taranto il prossimo ottobre.
“Uno dei tralci più belli della vite, che è Cristo, è San Giuseppe con il suo stile di silenzio, lavoro, affetto, e rischio di sé per gli altri. Pensiamolo – ha affermato monsignor Manicardi nell’omelia – mentre fugge, emigrante, in Egitto (Mt 2,13ss)… continua a leggere.