Il futuro è nelle idee: quando l’istante illumina la creatività
Guido Zaccarelli, consulente d’azienda, interviene su questioni inerenti il vivere quotidiano
L’uomo cammina ogni giorno sul dorso del tempo alla ricerca della sazietà. La vita è la fonte dalla quale attinge la linfa necessaria per avanzare negli istanti che accompagnano il suo sguardo proteso verso l’infinito. La realtà muta ai propri occhi e il presente è già avvolto dalla polvere del tempo. Il pensiero corre verso il mondo delle idee, evitando i salti logici che consentono al ragionamento di giungere a compimento. Ecco apparire le idee che provengono da un luogo sconosciuto e quando spuntano sbaragliano il campo delle usanze per offrire all’uomo una nuova visione del mondo. Che cosa sono e dove nascono le idee?
Per l’uomo, le idee sono rappresentazioni mentali che l’intelletto realizza quando immagina qualcosa di differente rispetto alla infinita combinazione di situazioni che incontra nella realtà. Qualcosa di nuovo che ricombina tutti gli elementi del reticolo che compongono la sfera della concretezza globale nella quale l’individuo è immerso. Si tratta di una luce che illumina la mente oppure è la sintesi di un pensiero che si è protratto per molto tempo e che ha intrapreso la strada in un preciso istante della vita? I filosofi avevano una visione differente. In modo particolare Platone fa risalire le idee a qualcosa di straordinariamente affascinante, che si stacca dal reale per ascendere in un mondo nuovo, “al di là del cielo”, immutabile e che non cambia perché perfetto: l’iperuranio, una metafora che il filosofo impiega per definire che si tratta di un’entità perfetta e immutabile e che resiste “al di là del tempo”.
Il filosofo pone inoltre una questione di merito molto importante al fine di stabilire la differenza tra la perfezione che l’uomo incontra, se entra in contatto con il mondo delle idee, e il suo essere presente a stretto contatto con la realtà quotidiana. La differenza si trova nella scienza che per sua natura è perfetta e resiste agli urti del tempo, al contrario delle cose reali che sono la copia imperfetta di ciò che le idee hanno prodotto. Questa fondamentale distinzione è importante per avviarci a comprendere da dove nascono le idee. Per Platone le idee hanno una gerarchia di stampo piramidale e alla sommità è posto il bene, che rappresenta la perfezione assoluta.
Come esempio potremmo definire la bellezza di ogni cosa che vediamo; al contrario, il bello appartiene alla realtà di tutti i giorni e corrisponde ad una copia della bellezza. Le idee quindi nascono per tendere al bene, alla idea di bellezza unica e immutabile. Le idee nascono per il desiderio di innovazione, per superare l’oblio delle abitudini consolidate, per rendere il bello della realtà sempre più bello, fino a raggiungere la bellezza, il bene nella sua dimensione assoluta. Quante sono le idee che accompagnano l’uomo nel suo camminare sul dorso del tempo? Non tutte si possono realizzare perché sono il frutto di qualcosa di inavvicinabile. Altre invece si disperdono per la mancanza della tenacia con la quale l’uomo desidera plasmare l’idea alla realtà. Solo una raggiunge l’idea assoluta del bello, ovvero della bellezza a cui tutto tende. Ed è quella che illumina in modo assoluto il sentiero della creatività perché possa concorrere a diventare copia dell’idea.
Ciò che caratterizza questo ultimo passaggio porta a compiere un ulteriore passo in avanti nel definire le idee e cosa le legano al mondo reale. L’idea s’appropria della realtà fino ad esprimere un giudizio, mettendo in atto un criterio di valutazione delle cose. Per stabilire se la macchina che ha acquistato un amico è bella o brutta, le persone si devono basare sul criterio della bellezza. Per giudicare tutte le cose che l’uomo incontra in ogni istante del tempo, occorre partire dalle idee e continuare il cammino per stabilire quali sono le cause, quelle cose, che sono in grado di provocare un determinato risultato.
Osservare il mondo significa migliorare ogni giorno ciò che l’uomo ha creato, forgiando le cose perché diventino nel tempo “cose delle cose”, “cause delle cause”. Un demiurgo che prende la creta e con l’energia dello Spirito la modella per il bene comune. Le idee da sole non sono in grado di plasmare la realtà ma di rappresentarla, di immaginare come potrebbe essere se la mano dell’uomo fosse in grado di copiare l’idea e renderla concreta. Servono le virtù che ogni uomo possiede oltre i confini dell’orizzonte celeste. Sono innate e appartengono agli uomini che ne dispongono a loro piacimento. Tra loro ecco incontrare una virtù speciale, la creatività che il filosofo riposta come essere un dono degli dei. Per gli uomini invece la creatività è maggiore della somma dei singoli elementi, o fattori, che concorrono a raggiungere il risultato. La creatività si esprime in differenti fasi ognuna delle quali contribuisce a realizzare quanto la mente ha prodotto.
La prima azione prevede di riportare in modo fedele su un foglio bianco l’idea, prestando la massima cura ai dettagli. È la fase cruciale che esige molta attenzione per evitare di disseminare per strada aspetti apparentemente ritenuti marginali, ma fondamentali per raggiungere lo scopo. L’idea è un attimo: occorre saperla cogliere nella sua pienezza perché possa saziare il nostro desiderio di bellezza. È una luce prodotta dalla mente ad altissima intensità e, come una meteora, s’invola rapida in un destino indistinto. Il seguito è frutto della capacità creativa, della manualità e dell’arte del saper fare che riescono a dare un volto reale alla rappresentazione mentale. È l’inizio di un periodo buio, dove ciò che è stato realizzato non corrisponde all’idea iniziale. Sembrava aver toccato con mano il risultato sperato, invece è ancora lunga la strada per raggiungere la meta.
Kronos è il tempo che scorre, è ciò che appare agli occhi dell’uomo intento a misurare il tempo che passa, che scorre inesorabile incapace di reggere le sorti di un destino che sembra remare contro la nascita dell’idea per realizzare l’opera incompiuta. È il momento dell’attesa, di quella folgorazione che tarda ad arrivare. L’uomo si pone nella condizione di attendere Kairòs, il momento propizio, il momento opportuno dove la mente illumina l’ambito inesplorato e la soluzione appare all’improvviso, superando i tentativi messi in campo fino ad un istante prima. Pensiamo per un attimo alla scoperta della stampa a caratteri mobili inventata dall’orafo, e tipografo, tedesco Johannes Gutenberg.
Si narra che avesse notevoli difficoltà nel trovare la soluzione per realizzare la sua idea e nemmeno i danari ricevuti per sostenere il progetto riuscissero nell’intento. Ma non si diede per vinto. Un giorno, vedendo i contadini vendemmiare, e come facevano a torchiare l’uva, l’idea apparve all’improvviso contribuendo a completare le sperimentazioni che per anni hanno accompagnato invano nelle sue ricerche infruttuose. Realizzare in modo concreto e appurare l’esatta corrispondenza all’idea nativa conclude il ciclo della creatività ponendo l’uomo nelle condizioni di gioire per l’esito insperato. Il futuro è nelle idee che illuminano la mente dell’uomo in un preciso istante del tempo per donare al mondo un momento di rara bellezza creativa.