Protocollo anti Covid nell’ambito lavorativo
L’avvocato giuslavorista Barbara Manferdini risponde alle domande dei lettori su questioni inerenti il vivere quotidiano
Egregio Avvocato, vorrei sottoporle un quesito: nelle sedi aziendali sono in vigore sempre le stesse regole per il Covid -19?
Lettera firmata
Risponde l’avvocato giuslavorista Barbara Manferdini
Caro Lettore,
giusto lo scorso 6 aprile è stato adottato il nuovo Protocollo condiviso di aggiornamento delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Sars-Covid-2/ Covid 19 negli ambienti di lavoro. Con esso sono state aggiornate le misure per il contrasto della diffusione del virus, da adottare obbligatoriamente negli ambienti di lavoro, su tutto il territorio nazionale. Le indicazioni contenute nel Protocollo sono di particolare rilevanza per tutti i datori di lavoro non solo ai fini del contenimento del virus ma anche in quanto, dalla loro inosservanza, possono derivare importanti e pesanti sanzioni.
Le principali novità del Protocollo così come recen- temente aggiornato, vertono principalmente sul maggiore coinvolgimento del medico competente nella sorveglianza sanitaria, sull’incremento delle forme di lavoro da remoto, sull’obbligo di negativizzazione certificata per la riammissione al lavoro dopo l’infezione, sul dovere di pulizia di strumentazione utilizzata negli uffici e sull’obbligo di utilizzo di idonei e certificati dispositivi di protezione individuale per le vie aeree.
Nello specifico, viene espressamente previsto che la riammissione al lavoro dopo l’infezione da virus, nel caso di positività oltre il ventunesimo giorno, avverrà solo in seguito alla negativizzazione del tampone molecolare o antigenico effettuato in struttura accreditata o autorizzata dal servizio sanitario.
È peraltro inibito l’accesso in azienda a chiunque presenti febbre, temperatura corporea superiore ai 37,5° o più genericamente “sintomi influenzali”. In questa versione aggiornata del Protocollo viene infatti sostituita la terminologia “sintomi di malattie da raffreddamento” con il più generico “sintomi influenzali”. Il datore di lavoro deve informare il proprio personale e/o chiunque intenda fare ingresso in azienda, che è inibito l’accesso a chiunque, negli ultimi 14 giorni, abbia avuto contatti con soggetti risultati positivi o provenga da zone a rischio, secondo le indicazioni dell’OMS. Qualora vi siano lavoratori dipendenti da aziende terze, operanti nello stesso sito produttivo, risultati positivi al tampone, l’appaltatore dovrà informare immediatamente il committente, per il tramite del medico competente, ed entrambi dovranno collaborare con l’autorità sanitaria fornendo elementi utili all’individuazione di eventuali contatti stretti.
Importante novità di questo nuovo Protocollo, è appunto il ruolo riconosciuto al medico competente nella sorveglianza sanitaria.