Sacerdoti e 25 Aprile. Hanno dato la vita, non dimentichiamo
A pochi giorni dal 25 aprile viene presentato il libro “O tutti o nessuno!” di Alberto Leoni
Nella piccola chiesa di Pieve di Rivoschio, in provincia di Forlì, sono esposti, lungo le pareti e l’abside, i ritratti dei 123 sacerdoti, religiosi e seminaristi morti in Emilia Romagna durante la seconda guerra mondiale: si tratta di 14 cappellani militari per cause di servizio e 45 sotto i bombardamenti; 37 sono quelli uccisi dai nazifascisti e 27 da partigiani “in odium fidei” o per odio politico. A raccogliere le loro fotografie è stato il parroco don Alberto Benedettini, morto nel 2015, che volle ricordarli tutti perché quei pastori “avevano dato la vita per le proprie pecore”. L’operazione di raccolta ha richiesto cinque anni ed è avvenuta tra il 1989 e il 1994; non c’era internet e lui si muoveva senza sosta a bordo della sua Fiat Regata diesel.
Don Benedettini, classe 1929, sacerdote della diocesi di Cesena, dopo aver svolto diversi incarichi pastorali, nel 1989 si ritirò come “parroco di fatto” a Pieve di Rivoschio, una frazione di Sarsina, un luogo simbolo della Resistenza in Romagna: “è l’immagine – scrive l’autore del libro – di un’Italia che, vittima di opposte censure ideologiche di destra e di sinistra, si sta rassegnando a non ricordare più nulla. La libertà, invece, è un dono molto prezioso”.