Missione: un sogno che diventa servizio
Camilla Lugli, educatrice e tennista di Carpi, vivrà un anno in Madagascar presso l’ospedale psichiatrico e l’oratorio di Manakara
La dimensione del sogno – con particolare riferimento a San Giuseppe, nell’anno speciale a lui dedicato – a cui si ispira il tema della 58ª Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni scelto da Papa Francesco, ben si adatta alla decisione della giovane carpigiana Camilla Lugli di vivere un’esperienza in missione. E’ infatti un sogno che si realizza per lei la sua prossima partenza per il Madagascar nell’ambito dei rapporti di collaborazione che esistono ormai da lungo tempo fra quella realtà e il Centro Missionario Diocesano di Reggio Emilia-Guastalla.
Un legame di fraternità di cui è parte anche la Diocesi di Carpi, attraverso il missionario Luciano Lanzoni. Dunque, in occasione della Giornata di preghiera per le vocazioni, domenica 25 aprile, alle 18, nella Messa che sarà celebrata in Cattedrale, il Vescovo Erio Castellucci affiderà il mandato missionario a Camilla, insieme – significativa coincidenza – a don Luca Baraldi, parroco di San Giuseppe Artigiano, comunità a cui la giovane appartiene.
Appena compiuti 26 anni – “mi devo ancora abituare” dice con un sorriso – proviene da una famiglia numerosa, “siamo cinque fratelli, più un cane e due gatti, e devo dire che non ci annoiamo mai” sottolinea. Diplomata all’Istituto Tecnico dei servizi socio-sanitari a Modena, fin da piccola ha nutrito una grande passione per il tennis, non solo giocando ma anche insegnando questo sport dai tempi delle scuole superiori fino a poco tempo fa. In questi mesi, nell’attesa di partire per un anno in Madagascar – la data è prevista tra maggio e giugno non appena le restrizioni lo consentiranno – sta prestando servizio come educatrice al doposcuola parrocchiale di San Giuseppe.
Camilla, com’è nata la tua decisione di andare in terra di missione per un periodo ben più lungo di una permanenza estiva? E’ per te la prima volta in cui vivi questa forma di servi- zio?
Questa sarà la mia prima esperienza, devo ammettere che era da parecchio tempo che avevo il desiderio di andare in missione, quindi grazie alla testimonianza di due miei coetanei che erano stati proprio in Madagascar con il Centro Missionario Diocesano di Reggio Emilia, ho deciso di informarmi e di intraprendere questa strada. Ho scelto di partire per un’esperienza che durasse più a lungo proprio per ambientarmi meglio e aver l’occasione di conoscere in modo più approfondito sia quanti partiranno con me, sia le persone che vivono una realtà molto diversa da quella da cui io provengo.