Progetto Natalità, le prospettive in Provincia di Modena
Risultati e obiettivi dal tavolo di lavoro coordinato da CSV Terre Estensi e finanziato da Fondazione Modena in collaborazione con Centro Documentazione Donna, Dipartimento Economia Unimore, Fondazione M. Biagi, Associazione Buona Nascita
A un anno e mezzo dal suo avvio si conclude il progetto Natalità, coordinato dal Centro Servizi Volontariato Terre Estensi e finanziato dalla Fondazione di Modena con la collaborazione di Centro Documentazione Donna, Dipartimento di Economia di Unimore, Fondazione Marco Biagi, Associazione Buona Nascita.
Il progetto è stato pensato per rispondere al grave problema della denatalità in tempo pre-Covid 19, coinvolgendo il mondo delle imprese e dell’associazionismo e nel 2020 è stato rimodulato a causa dell’emergenza sanitaria.
«Se un intero paese non fa figli e non cresce le cause sono profonde e non banali – dice il coordinatore e ideatore Giuseppe Masellis -. Il progetto ha voluto prendere in considerazione il mondo del lavoro, la scuola, la famiglia, l’uso delle risorse economiche e sociali, l’associazionismo, le norme vigenti».
Le misure di contrasto attivate per contrastare la diffusione del virus hanno messo alla prova in particolare le relazioni familiari e hanno inciso negativamente sulle condizioni economiche e sociali: questa crisi avrà una coda lunga, di cui al momento è visibile solo la punta dell’iceberg.
Il gruppo di lavoro si è misurato con questo cambiamento e ha rivisto le azioni in modo da poter proseguire a distanza le attività: i seminari e i momenti di sensibilizzazione da un lato, ma anche il canale di confronto con le istituzioni, il mondo del lavoro e il rapporto con il Terzo settore per mappare l’offerta di servizi delle associazioni locali sui temi della maternità, genitorialità e conciliazione dei tempi di vita e di lavoro. Sono stati inoltre attivati momenti di condivisione per lo sviluppo di progettualità future.
I due eventi conclusivi – uno aperto alla cittadinanza e un tavolo di confronto tecnico ristretto – hanno visto la partecipazione di esperti e intellettuali di livello nazionale, come per esempio Silvia Vegetti Finzi – il cui apporto è stato uno stimolo costante durante tutto il percorso progettuale, sia per il gruppo tecnico che per il Comitato di Indirizzo – Valentina Cardinali dell’Istituto Nazionale di Analisi delle Politiche Pubbliche e Riccardo Salomone, presidente dell’Agenzia trentina per il lavoro.
Tra i risultati raggiunti, la creazione di una rete di soggetti pubblici e privati del territorio per affrontare congiuntamente i temi connessi a natalità, genitorialità e conciliazione, oltre a un approccio integrato anche in ottica di sostenibilità del progetto e la sperimentazione di nuove politiche sul territorio.
Si è inoltre avviata una collaborazione con l’Azienda Sanitaria locale finalizzata a costruire percorsi in sinergia con il Terzo Settore che ha portato a una procedura – attualmente in corso – per l’accreditamento da parte degli enti con i quali costruire in seguito percorsi di co-progettazione, come previsto dal Codice del Terzo Settore.
La conclusione del progetto pone le basi per un nuovo percorso da sviluppare per far fronte a un periodo storico nel quale è più che mai necessario un cambio di passo sui temi della conciliazione e favorire un reale cambiamento.