Giornata della salute della donna, i dati in Emilia-Romagna
Il 22 aprile ricorre la Giornata nazionale della salute della donna. L'aspettativa di vita delle donne emiliano-romagnole supera gli 84 anni e mezzo. Alta l'adesione agli screening per il tumore al collo dell'utero e della mammella
Ricorre oggi, 22 aprile, la Giornata nazionale della salute della donna, che, istituita dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, è giunta alla sua sesta edizione: numerosi gli appuntamenti dedicati alla prevenzione, alla cura e all’assistenza in Emilia-Romagna.
“L’emergenza sanitaria che stiamo vivendo da più di un anno non può farci dimenticare quest’importante appuntamento, istituito nel 2015 per sensibilizzare le donne sul tema della salute e della prevenzione- commenta l’assessore regionale alle Politiche per la salute, Raffaele Donini-. Pur nella consapevolezza che si può sempre migliorare, vorrei però sottolineare l’orgoglio per tutto ciò che il nostro sistema sanitario ha messo e continua a mettere in campo per la salute femminile e per i risultati ottenuti in questi anni. Cito un dato, su tutti – conclude l’assessore -: l’aspettativa di vita delle donne emiliano-romagnole, che supera gli 84 anni e mezzo, un indicatore a cui la sanità contribuisce in maniera determinante”.
Gli screening, alleati preziosi
Al primo gennaio 2021, sul territorio regionale risultano essere più di 1 milione 200 mila donne nella fascia d’età 25-64 anni che possono usufruire dello screening gratuito per il tumore del collo dell’utero. Di queste, il 61% ha aderito, effettuando cioè il Pap test ogni 3 anni (fascia d’età compresa tra i 25 e i 29 anni) e il test Hpv ogni 5 anni (fascia tra i 30 e i 64 anni). In media, tra coloro che eseguono l’Hpv test, una donna su 18 risulta positiva e viene invitata a eseguire una colposcopia di approfondimento. Tra le pazienti sottoposte a quest’ulteriore esame, emerge la presenza di una lesione in una ogni sette. Fortunatamente, la maggior parte di queste lesioni è ancora nella fase precancerosa: il programma rileva infatti circa una lesione precancerosa ogni 275 donne e un tumore ogni 6.050 donne che aderiscono allo screening.
Sempre in tema di screening, per quello mammografico sono oltre 976mila le donne interessate, nella fascia d’età 45-74 anni, e l’adesione si attesta sul 70%. Nella fascia d’età 45-49 anni, 1 donna su 327, di quelle che si sottopongono a screening, ha una diagnosi precoce di tumore; nella fascia 50-69 anni presenta una lesione oncologica 1 ogni 174; infine, tra i 70 e i 74 anni, viene diagnosticato un tumore a 1 donna su 94 che ha effettuato lo screening. Quando ciò avviene, si attiva la Rete dei centri di senologia, 12 su tutto il territorio, finalizzati a erogare una presa in carico sempre più globale rispetto a questa patologia così delicata: dalla diagnosi precoce all’intervento chirurgico, alla ricostruzione del seno con le tecniche più conservative, ai trattamenti post intervento al follow up, senza mai dimenticare il sostegno psicologico.
Una battaglia di civiltà: le mutilazioni femminili
Infine, una battaglia di civiltà, sempre in nome della salute della donna: quella intrapresa contro le mutilazioni femminili. La Regione ha messo in campo un progetto, finalizzato a migliorare la consapevolezza e la conoscenza dell’argomento.
È stato realizzato anche un apposito sito, https://www.saperidoc.it/mgf. /red