Quell’apparente “fuga” nel bicchiere di vino
Pandemia e alcol: stress e ansia hanno aumentato il consumo. Bigarelli, coordinatore del progetto alcologico Ausl: “Prevenzione urgente specie tra i giovani”
di Maria Silvia Cabri
Covid- 19: durante la pandemia è quasi raddoppiato il consumo di alcool. I locali chiusi, il maggior tempo libero a disposizione, la solitudine e l’ansia hanno spinto molte persone ad aumentare il consumo di alcolici. Con tutte le annesse conseguenze pericolose. Per quanto riguarda Carpi, ammontano a ben 12 i nuovi pazienti che nel 2020 sono stati presi in carico dal servizio Dipendenze patologiche Ausl, andando così ad aggiungersi ai 66 già in carico. Più in generale, a livello di Unione Terre d’Argine, sono stati 18 i nuovi utenti presi in carico, che vanno a sommarsi ai 95 totali per i quattro Comuni (Carpi, Soliera, Campogalliano, Novi).
“A seguito delle restrizioni previste per contenere la diffusione del Covid e i suoi effetti – spiega il dottor Massimo Bigarelli, medico farmacologo, coordinatore del progetto alcologico Ausl, nonché direttore del Servizio Dipendenze Patologiche Area Nord – abbiamo registrato un aumento dell’utilizzo di alcol e di psicofarmaci, soprattutto tranquillanti dovuto alla crescita di ansia e stress da lockdown prolungato. La deprivazione dei contatti relazionali, infatti, ha fatto aumentare questi tipi di fragilità, i disturbi mentali e le dipendenze, come quella da alcol, ma anche da gioco d’azzardo e gioco on line”. “Le persone hanno visto nell’alcol una sorta di ‘via di fuga’ per cercare di sollevarsi dall’ansia e dal fenomeno della depressione dovuti alla limitazione della rete di persone che potevano vedere e all’incremento delle preoccupazioni legate alla salute, al lavoro, all’economia”.
A livello provinciale l’effetto lockdown nel 2020 ha determinato 150 nuovi casi di abuso (segnalati da altri servizi come commissione patenti, servizi sociali dei comuni, forze dell’ordine) che si aggiungono agli 834 casi annui dipendenza da alcol e abuso etilico, seguiti dal servizio Dipendenze patologiche della Azienda Usl di Modena.
“Si conferma la tendenza di lungo periodo – prosegue il dottor Bigarelli – dato che la media delle persone seguite è di circa 900 ogni anno, mentre sui nuovi casi gli arrivi sono stati superiori alle attese. Questi numeri non vanno sottovalutati perché l’alcol è una dipendenza a tutti gli effetti come il consumo di droga, quello di sigarette e il gioco d’azzardo. Dalla dipendenza si può passare a patologie croniche come, ad esempio, la cirrosi epatica che ogni anno in Italia causa 30mila morti. Ma poi c’è anche una componente di tipo sociale e una preoccupazione per i giovani che magari non sono consumatori abituali di alcool ma poi nel weekend fanno bevute smodate in poche ore e qualcuno va al pronto soccorso, in coma etilico. È accaduto anche a Modena e purtroppo, come abbiamo visto andando nelle scuole, tanti non hanno la percezione della pericolosità di questo consumo”.
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