Debito e generazioni
Il professor Giuseppe Torluccio, economista, risponde alle domande dei lettori su questioni inerenti il vivere quotidiano
Gentile professore, le scrivo perché mi chiedo come mai il debito adesso sia visto come una panacea, mentre qualche anno fa era visto come il male di tutti i mali. Riusciremo a farcela con tutti questi debiti da pagare?
Lettera firmata.
Caro Lettore, il debito è solo un modo per anticipare un consumo o un investimento futuro. Un anticipo importante perché ci permette oggi di utilizzare mezzi di produzione, anziché attendere anni ed anni. La qualità del debito dipende da come vengono utilizzati i denari presi a prestito. Forse ricorderà Mario Draghi che, al Meeting del 2020, fece esplicito riferimento al debito buono e al debito cattivo. Si tratta di capire come verranno utilizzati i fondi che arriveranno dalle operazioni di finanziamento straordinarie. Un’occasione unica da non sciupare.
Il riferimento del Lettore puntato sulla tenacia con la quale ci si è accaniti sull’austerity. Era una esagerazione, come hanno poi riconosciuto anche vari organismi internazionali. Il debito buono serve per poter far ripartire in anticipo l’economia, migliorando anche il percorso di sviluppo dell’economia stessa. In realtà, la scarsa fiducia su come avremmo utilizzato quei fondi ha sostenuto la tesi dell’austerity. Sul fatto che meritassimo o meno tale sfiducia è tuttora argomento di dibattito politico.
Sappiamo che quando contraiamo un prestito in banca verifichiamo la nostra capacità di rimborso per la vita residua del prestito. In pratica, come farò a ripagare le rate mancanti all’estinzione del debito? La regola del pollice insegna che per i mutui residenziali è norma prudente ragionare sulla capacità di rimborsare le rate con una certa comodità su un intervallo di 12-20 anni. Per “comodità” intendiamo dire che il servizio del prestito non deve assorbire più di un terzo del reddito disponibile. Regole semplici, che presentano certamente dei limiti, ma che ci danno una misura efficace su come poter affrontare tutti gli impegni sottoscritti.
Il debito buono è, in sostanza, quello che viene utilizzato per crescere rapidamente in modo da rendere “sostenibile” il rimborso su un intervallo ragionevole. Nella prassi, si tende ad allineare la durata del prestito alla durata degli effetti positivi originati dalle attività finanziate. Ad esempio, l’utilità della costruzione di un ponte si realizza su una durata di 30 – 50 anni e non è raro vedere finanziamenti di pari durata. Su altri investimenti la stima degli impatti è, almeno apparentemente, meno materiale (si pensi ad istruzione e ricerca) ma certamente determinante in termini economici e sociali.
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