Via Crucis di Liszt, grande innovatore
Fino a domenica 11 aprile sui canali social del Teatro Comunale di Carpi la Via Crucis del compositore ungherese Liszt
di Alessandro Pivetti, www.alessandropivetti.com
Fino a domenica 11 è possibile assistere in streaming ad una ottima esecuzione della Via Crucis di Franz Liszt registrata sul palco del Teatro Comunale di Carpi dal Coro dell’Almo Collegio Borromeo, sotto la direzione di Marco Berrini e con Alessandro Marangoni al pianoforte. La proposta è altamente interessante e la qualità dell’opera incontra il bisogno di tutti, credenti e non, di preservare spazi di riflessione in questa fase di appiattimento domestico forzato.
E allora, facciamo finta di prepararci e di uscire per segnare uno stacco e regaliamoci la possibilità di lasciarci condurre dalla musica del compositore ungherese sul sentiero della passione che conduce alla resurrezione, sulla via della croce. La Via Crucis per soli, coro misto e organo o pianoforte, composta tra la fine del 1878 e il 1879 tra Roma e Budapest, 14 anni dopo la consacrazione di sacerdote negli ordini minori si avvertono tratti di sentito “sacro” fervore. E con una scrittura di scabra semplicità ieratica, Liszt avvolge le 14 “stazioni”, precedute da un preaumbulum, improntandole a una sorta d’oratorio in formato ridotto a carattere narrativo, con il sostegno di un calcolato montaggio “rappresentativo” di alcuni brani estrapolati da testi poetici della letteratura latina medievale e relative intonazioni gregoriane e da passi evangelici interpolati da corali protestanti.
Liszt fu una vera e propria “rockstar” e in una comprensione romantica dell’esistenza la sua vita fu realmente un’opera d’arte. La musica, infatti, può educare colui che ascolta se, in qualche misura, è riuscita ad educare chi l’ha composta. È anche per questo, che l’attività stessa del comporre può dire qualcosa sulle esigenze profonde dell’uomo, creato ad immagine e somiglianza di Dio.
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