Cisl Emilia: bene l’assegno unico per i figli, ma qualcosa va modificato.
A rischio altri benefici.
Plauso, ma anche qualche perplessità, dalla Cisl Emilia Centrale dopo l’istituzione dell’assegno unico e universale per ogni figlio a carico. Lo strumento, previsto dalla nuova riforma delle politiche della famiglia, conosciuta anche con il nome di “Family Act, consiste in un credito di imposta o assegno mensile di circa 250 euro medi riconosciuti per ciascun figlio dal settimo mese di gravidanza fino al 21 esimo anno di età (se figlio studente o disoccupato). “Il provvedimento è positivo perché incentiva la natalità, aiuta i genitori e favorisce l’occupazione, in particolare quella femminile – commenta Rosamaria Papaleo, responsabile delle politiche del lavoro e della famiglia per la segreteria Cisl Emilia Centrale – Noi esprimiamo soddisfazione perché da sempre abbiamo a cuore il problema del calo demografico e della condizione lavorativa di tante donne costrette a scegliere tra la famiglia e il lavoro, come se fossero necessariamente condizioni alternative, mentre dovrebbero essere armonicamente coniugate”. Allo stato attuale mancano ancora i decreti per rendere operativo l’assegno unico; dovrebbero essere emanati in tempo per l’attivazione della misura fissata per il 1° luglio di quest’anno.
Tuttavia la Cisl sottolinea che le somme messe a disposizione (20 miliardi di euro per il prossimo triennio) potrebbero non essere sufficienti per garantire a tutti la somma di euro 250 medi mensili previsti per l’assegno. “In base ad alcune stime, quasi un milione e mezzo di famiglie di lavoratori dipendenti potrebbe subire decurtazioni di circa 380 euro l’anno rispetto alle agevolazioni attualmente percepite – afferma Papaleo citando sempre la ricerca sopra menzionata – Tra quelle che ci rimettono con il nuovo assegno, vi sono le famiglie molto numerose e con minori e disabili adulti, ora beneficiarie di rilevanti maggiorazioni negli Anf (assegni al nucleo familiare). Già in sede di audizione parlamentare la Cisl ha avvertito di questo pericolo e ci auguriamo che si trovi una soluzione entro il 30 giugno”.