Careviger: mai più “invisibili”
Chi assiste le persone fragili rivendica il diritto alla vaccinazione in tempi brevi. Ligabue, associazione regionale Caregiver: “Inseriti nel piano nazionale”
di Maria Silvia Cabri
Dedicano la loro vita, le giornate, i pensieri, spesso l’intera loro esistenza agli altri, ai loro cari che sono in difficoltà. E purtroppo sono spesso considerati come “invisibili”.
Sono i caregiver, ossia le persone che, volontariamente, in modo gratuito e responsabile, si prendono cura di un familiare in condizioni di non autosufficienza o comunque di necessità di assistenza di lunga durata, perché disabile, malato o anziano, sacrificando quasi completamente la propria vita. In questo tempo di pandemia, in cui l’urgenza è la vaccinazione, ancora una volta loro, i caregiver, si sentono “invisibili”. Perché non rientrano tra le “priorità”, anche se dedicano la loro vita a persone che sono fragili e dunque “prioritarie”. “Come associazione Caregiver Emilia Romagna – afferma Loredana Ligabue, segretaria dell’associazione regionale – già ad ottobre scorso abbiamo scritto al Ministro della Sanità, al Commissario e alla Commissione Salute del Senato, per sollecitare l’attenzione sulla figura del caregiver.
Siamo stati tra i primi a livello nazionale, e poi il tema è stato fatto proprio anche dalle associazioni nazionali dei disabili. Siamo pienamente consapevoli delle ansie e delle preoccupazioni di ogni singolo caregiver, per questo abbiamo attivato un apposito iter e chiediamo che siano rispettate certe priorità. Quello che chiediamo è che i careviger siano inseriti nel piano nazionale vaccinale, incentrato sulle priorità legate alla gravità delle patologie dei loro cari che assistono”.
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