Le certezze della Pasqua
di Tommaso Cavazzuti
Quando si tratta di certezze, l’uomo moderno si rivela contradditorio. Da una parte, si sente insicuro ed è sempre alla ricerca di cose certe che lo possano rassicurare; d’altra parte, fa fatica a riconoscere che la certezza può avere un unico fondamento, la verità; portato a credere che esistono solo opinioni, più o meno valide. In qualche modo si arrende e riconosce l’esistenza di verità, almeno implicitamente, quando attribuisce alla scienza un valore indiscutibile. La scienza e la tecnica, però, sono esse stesse fonti di insicurezza. “Sotto molti aspetti, proprio grazie alla scienza viviamo in un mondo molto più sicuro dei nostri antenati. Almento in Occidente, siamo più protetti da malattie, violenza e povertà. E tuttavia abbiamo paura. Siamo ansiosi riguardo a pericoli che abbiamo creato noi: disastro ecologico, BSE, energia nucleare, piante geneticamente modificate”. (Cf. T. Radcliffe, Il punto focale del cristianesimo. Che cosa significa essere cristiani?, Ed. San Paolo).
Quali sono, allora, le certezze di cui abbiamo bisogno per sentirci “sicuri” e non essere vittime dell’ansia e della paura? La risposta la possiamo trovare in San Paolo. Quando scrive la seconda lettera ai Corinti, parla delle sue tribolazioni. Sono molte le difficoltà e le afflizioni che ha dovuto attraversare, ma non ha mai ceduto allo scoraggiamento, sorretto dalla grazia e dalla vicinanza del Signore Gesù Cristo, per il quale era diventato apostolo. Scrive: “In tutto siamo tribolati, ma non schiacciati; siamo sconvolti, ma non disperati; perseguitati, ma non abbandonati; colpiti, ma non uccisi, portando sempre e dovunque nel nostro corpo la morte di Gesù, perché anche la vita di Gesù si manifesti nel nostro corpo”(2Cor 4).
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