Il valore delle idee dei giovani
Risorsa per le aziende del terzo millennio
Dal numero del 7 Febbraio 2021
di Guido Zaccarelli
Intuire l’oltre attraverso la luce delle idee per condurre la realtà che ci circonda nell’iperuranio”. Il terzo millennio ha iniziato da pochi anni la navigazione verso il futuro, solcando i mari incerti della globalizzazione che muta rapidamente gli scenari per aderire ai desideri delle economie emergenti, che invocano di accedere al mondo delle idee dove trasformare i sogni in realtà. La tecnologia avanza su scala logaritmica e le conoscenze dei lavoratori necessitano di forme di aggiornamento dedicate in primis alla istruzione, il sapere fare le cose in relazione al contesto, alla formazione, il sapere essere per accompagnare le persone alla identità aziendale e l’educazione che attiene alla disponibilità dei singoli a donare quanto è in loro all’azienda. In secundis che il management, coerente con il contesto, diriga le strategie verso una corale azione della governance verso la costruzione di architetture di pensiero orientate al bene comune. Appare evidente l’importanza di disporre della formazione e della volontà dell’azienda di costruire un futuro orientato al benessere etico, sociale ed economico per le future generazioni.
Volgiamo per un attimo lo sguardo al passato e il ricordo riporta alla mente la nascita di distretti produttivi con una elevata vocazione artigianale, che nel corso del tempo hanno costruito la propria identità cavalcando il dorso dell’economia con una accentuata attenzione a massimizzare gli sforzi per saturare la capacità produttiva nei segmenti di mercato, nei quali erano in grado di esprimere il proprio potenziale d’azione. Il passato è una icona. Il passaggio da una economia di mercato che insisteva nel secondo millennio, dove le macchine erano impiegate per lavori di routine individuali, all’attuale terzo millennio dove le macchine dialogano tra di loro ad elevate velocità, ha cambiato completamente il paradigma di riferimento con la realtà di tutti i giorni, creando una cesura sul modo di fare impresa rispetto al passato.
La realtà chiede di essere osservata in modo differente perché è cambiato il vento. Platone ci viene in aiuto con la metafora della seconda navigazione che riporta l’uomo a vedere la causa delle cose quando si verificano eventi imprevisti ai quali non riesce a corrispondere un riscontro oggettivo allo stato delle cose e di vedere i confini luminosi della ragione. Il filosofo: “In assenza di vento l’imbarcazione si ferma e il marinaio deve proseguire il viaggio ponendo le mani ai remi. Grazie alla forza delle braccia auspica di uscire dalla situazione che si è venuta a creare e di continuare nella navigazione evitando la presenza di eventuali ostacoli che lo porterebbero a desistere per sfinimento”. È il caso della pandemia. Gli imprenditori innanzi al primo lockdown hanno messo in atto strategie difensive per proteggere il capitale umano e finanziario in attesa di comprendere l’evoluzione della emergenza sanitaria. L’avvio al rallentatore ha fatto ben sperare e gli imprenditori hanno iniziato a remare con la forza delle braccia chiamando a sé i marinari per aiutarli a imprimere nuova velocità all’imbarcazione aziendale che stava andando alla deriva. Un brusco arresto ha condizionato lo stato d’animo e nulla è valsa la presenza fisica per continuare la navigazione.
Oggi molte imprese sono in alto mare in attesa di vento che Platone riporta nella prima navigazione quando il vento spinge le imbarcazioni verso la meta predestinata. Il problema che si pone, secondo il filosofo, nasce dallo stato dei fatti, prevalentemente legato alle nuove generazioni che, in questo caso, devono affrontare una sfida impossibile, frutto di economie instabili e dalla presenza di una tecnologia che avanza senza sosta per arrivare dove, non si sa. E, prosegue il filosofo, se vogliamo spiegare il bello dobbiamo ricorrere all’idea del bello. Questa navigazione inizia con i giovani ai quali stiamo consegnando le chiavi del loro futuro. Ma devono essere in grado di indossare l’habitus che consenta di edificare la loro identità posta in relazione con il mondo. Per fare questo, in un mondo globale dinamico e altamente competitivo, servono talenti. Sostengo che “i giovani posseggono il dono della creatività, proveniente dall’energia della mente che li spinge ad allontanare da sé i condizionamenti messi in atto dall’ambiente circostante. Posseggono una energia che supera la forza delle braccia perché hanno dentro si è il desiderio, come sosteneva Sant’Agostino, di prendere i legni della croce per raggiungere la riva dove la Patria li stava aspettando”.
Una spinta a non fermarsi alle apparenze ma avviati a discendere rapidamente nella profondità del proprio intimo a stretto contatto con il mondo delle idee. Perché vedere nel proprio oltre è come approdare nell’iperuranio di Platone, nel mondo delle idee immutabili, raggiungibili solo con la forza dell’intelletto. Una dimensione metafisica che va oltre il visibile delle stelle, il cui valore dipende dal suo grado di universalità. Intuire significa, andare oltre, osservare e scrutare con l’occhio attento della mente tutto il mondo interiore dell’uomo, con lo scopo di riportarlo in superfi cie per mostrarlo agli occhi del mondo. Lampi improvvisi che appaiono per insight, per illuminazione, nella mente del genio quando scopre una soluzione che va oltre tutto quello che il mondo sensibile ha prodotto fino a quel momento. È un cammino che l’uomo deve effettuare per raggiungere il punto di contatto con qualcosa di nuovo che si colloca tra ciò che sta osservando e il nuovo che s’appresta a diventarlo.
I giovani hanno la mente libera che dona loro la forza istintiva di chi non conosce il mondo e vorrebbe lasciare un segno indelebile della propria presenza sulla terra. L’istinto è una propensione naturale verso la vita, ma anche espressione di talento, in grado di stimolare l’intuito ad osservare la realtà con l’occhio accorto dello scienziato. L’istinto ci porta verso, ci pungola a continuare, il fiuto per qualcosa che non vediamo ma che è pronto per farsi trovare pronto al nostro arrivo. La creatività è un flusso di energia che si mobilizza grazie all’azione dinamica messa in atto dall’intuito e dall’istinto che agiscono di concerto per favorire la nascita delle idee. La luce delle idee non appare in modo spontaneo, necessita di un lungo percorso prima di raggiungere la luce del sole. Ogni scoperta è spesso lontana dal contesto della ricerca, a volte frutto del caso. Alla base c’è la formazione interdisciplinare e multidisciplinare che necessita di essere continuamente sottoposta al vaglio della continuità per stimolare la creatività.
Il futuro è nelle idee necessarie per potenziare la ricerca scientifica e lo sviluppo di prodotti destinati ad elevare il valore delle nuove economie e del benessere sociale. Ciò che dobbiamo valutare, con un profondo senso di partecipazione, è la spinta propulsiva fornita dalle nuove generazioni alle invenzioni che caratterizzano il mondo del terzo millennio. Nel mondo analogico le intuizioni dei giovani rimanevano spesso archiviate in spazi di visibilità ristretti. Nel mondo digitale la comunicazione raggiunge rapidamente i confini più estremi del globo, favorendo in modo capillare la diffusione delle invenzioni dei giovani che riescono ad incidere in modo radicale negli stili di vita e nei comportamenti delle persone. Dobbiamo promuovere ogni tipo di iniziativa tesa a sostenere i giovani verso la ricerca continua di idee e renderla immortale come l’anima di Platone e offrire loro l’opportunità di vivere un sogno, con il quale contribuire ad elevare ogni singola dimensione personale verso qualcosa che è più alto posto tra il mondo reale e quello dell’impossibile che diventa possibile.
La rubrica “Lo sportello di Notizie” è affidata a professionisti quali Daniele Boraldi, notaio in Carpi, Paolo Casarini, dottore commercialista in Carpi, Giuseppe Torluccio, professore ordinario presso il Dipartimento di Scienze Aziendali dell’Università di Bologna, Cosimo Zaccaria, avvocato penalista a Modena, Guido Zaccarelli, consulente d’azienda, Barbara Manferdini, avvocato civilista a Modena e Cristina Muzzioli, avvocato civilista in Carpi.