Per non dimenticare
Fondazione Fossoli - La direttrice Marzia Luppi illustra la donazione del carteggio di Bruno De Benedetti
di Francesco Agliata
In occasione della Giornata della Memoria, come ogni anno, il 27 gennaio, vengono ricordate le vittime della shoah deportate nei campi di concentramento nazisti. La Fondazione Fossoli di Carpi tiene molto a questa giornata, complice anche la presenza sul territorio di un campo di concentramento, quello di Fossoli appunto, teatro di grandi atrocità e degno di essere ricordato. In vista di questa data, la Fondazione Fossoli ha organizzato quattro eventi spalmati in due giornate (26 e 27 gennaio) coronando gli eventi con la donazione alla stessa fondazione del carteggio di Bruno De Benedetti, un insieme di documenti di assoluta importanza e rilevanza umanitaria. La direttrice della Fondazione di Fossoli, Marzia Luppi, spiega i motivi e l’importanza del carteggio donato e la sua presentazione da remoto, per niente scalfita dalla pandemia.
Come verrà presentato il carteggio e gli altri eventi in programma?
Vista la situazione, gli eventi sono da remoto e si utilizza la continuità con la collettività attraverso la tecnologia, eventi fisici fatti nei luoghi in diretta streaming dalla “Sala del culto” e dal Campo di Fossoli. Soprattutto per l’appuntamento del 26, la donazione del carteggio, sono già pervenute tantissime iscrizioni. Questa situazione legata alla pandemia non ha fermato le persone e questo consente di premiare un lavoro lungo un anno. Siamo stati costretti a fare una scelta logica piegando la programmazione prendendo in considerazione le modalità nuove di comunicazione.
Che cosa riguarda il carteggio?
Lo scambio di lettere tra Bruno De Benedetti deportato e la moglie Armanda. È un documento estremamente interessante perché cerca di restituire al mittente uno spezzone di vita, e la speranza di uscire dalla prigionia di Fossoli evitandogli la morte nei lager nazisti, anche se così non è stato. Questa donazione proviene dai pronipoti, in particolar modo da Filippo Briolè, che con l’aiuto di altri familiari ha portato alla luce il carteggio dimostrando grande senso civico. Un documento del genere deve essere un patrimonio umanitario e pubblico, figlio di un atto di responsabilità e appartenenza alla comunità.
Si tratta di un documento soggettivo: quale beneficio per la collettività?
I documenti soggettivi ci calano in una maniera illuminante nella vita di persone ascoltando la loro testimonianza, e ci permettono di aprire una piccola finestra che affaccia sulla storia oggettiva, che tutti conosciamo. L’obiettivo dell’iniziativa è rivolto alle scuole: stimolare ragionamenti sulle questioni e far sbocciare nuove riflessioni su argomenti che riguardano la persona, temi sensibili.
Web e memoria, quanto è difficile non far scadere questo argomento nei nuovi sistemi di comunicazione?
I nuovi mezzi di comunicazione raggiungono un pubblico non solo volontario ma anche involontario. Il web ci aiuta a raggiungere e a farci raggiungere molto più facilmente, ma ciò non preclude che da un rapporto casuale non possa nascere un rapporto duraturo. Il Covid ci ha fatto fare un passo più lungo della gamba, e ciò implica tempi e modi diversi per farsi comprendere: ragionare sul linguaggio e tipo di profondità quando ci si pone di fronte ad una piattaforma che non sia la presenza fisica. Ci sono dei vantaggi e non bisogna sottovalutarli. Questi vantaggi però devono essere accompagnati dalla dovuta educazione alla “cittadinanza digitale”, ossia un uso consapevole di questi strumenti tali da sapere assimilare bene le informazioni e la capacità di poter utilizzare al meglio un “nuovo” che non deve mai essere contrapposto ad un “vecchio”. Le due cose devono saper convivere.